Così questo viaggio è arrivato alla fine. Difficile tirare le somme a caldo, ma di sicuro il Giappone mi ha spiazzato.
Ti aspetti tradizione e ti trovi città moderne, ti aspetti il massimo della tecnologia ma vedi che sui treni oltre al manovratore c’è un addetto che ha il solo compito di controllare che le porte siano chiuse e di dare il segnale di partenza, oppure se ci sono scavi su un marciapiede c’è una persona che ha l’incarico di Indicare ai pedoni di passare...
Poi i templi, soprattutto quelli piccolini sparsi in mezzo alle case, vere oasi di pace ove si sente una presenza divina.
La folla che si muove sui mezzi pubblici, che riempie le stazioni: sembra che i giapponesi la macchina non la usino molto, il traffico non è caotico.
Infine la marea di turisti cinesi....italiani se ne trovavano parecchi ma, con l’andare dei giorni mi sono reso conto che i cinesi, difficilmente riconoscibili dai giapponesi, erano veramente tanti, soprattutto a Kyoto.
Concludendo, 13 giorni sono serviti soprattutto a farmi ambientare, a capire dove mi trovavo. Ci vivrei qui? Onestamente non saprei rispondere, conosco troppo poco l’ambiente. Ci sarebbe da tornare, almeno per tre settimane, ma qui siamo già nel mondo dei sogni....
Alla prossima!